Credo risalga almeno a settembre scorso. L'ho messo sul cavalletto, nella speranza che mi venisse la voglia di finirlo, prima o poi.
Solo che..più lo guardavo e più ero rapita dalla dolcezza di quell'abbraccio. Quanta sensibilità occorre a un'artista per cogliere il calore, e la naturalezza, dell'amore di una madre per il proprio bambino? E quanto talento occorre per riuscire a trasmettere questa sensazione attraverso un quadro?
Mi sono persa in quell'abbraccio... e ho deciso di perdermi fino in fondo e finire la riproduzione.
Non era la prima volta che dipingevo questo quadro, Klimt lo adoro, ed è molto richiesto. Ma era la prima volta che lo facevo "per me", per il puro piacere di dipingere. Senza commissioni, senza fretta, senza stress. Ed è stata un'esperienza a dir poco mistica.
La difficoltà maggiore nel riprodurre un quadro di Klimt, non sta nelle figure, quanto nella miriade di colori e tonalità presenti. Non mi sono messa a riprodurre pallina per pallina la decorazione su fondo rosso a sinistra, ma per farla ho dovuto cercare comunque almeno tre tonalità di giallo, tre di grigio, due di arancio, un rosso e un bel marrone scuro per rendere quell'effetto.
Idem per i fiori, e per tutti gli altri elementi intorno.
Mentre dipingevo le margherite tra i capelli, ho pensato che Klimt avesse trovato un modo splendido di dipingere i fiori... Non serve rendere perfettamente ogni petalo e ogni sfumatura, ma quanto basta a dare l'idea di un fiore, ma forse più che "l'idea", la sensazione di freschezza di un fiore....
Stessa cosa ho pensato guardando i volti... Quando si riesce a rappresentare "l'essenza" di una cosa, il resto è un sovrappiù. Con pochi colori, chiaroscuro quanto basta, un tocco di rosso sulle guance, Klimt è riuscito ad arrivare in fondo a quell'emozione e a trasmetterla... ed è di una tale dolcezza....
Dolcezza infinita......
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